Il test di ricettività endometriale ERA dovrebbe essere realizzato durante un ciclo di terapia ormonale sostitutiva o un ciclo naturale. La diagnosi sulla ricettività è valida solo per il tipo di ciclo durante il quale è stato realizzato il test, pertanto il trasferimento dell'embrione deve essere effettuato nello stesso tipo di ciclo con il quale si è ottenuto il risultato di ricettività.
La biopsia del fondo uterino viene effettuata seguendo una procedura standard con una sonda Pipelle o simili. Sono sufficienti circa 70 milligrammi di tessuto. A scopo illustrativo, ciò equivale a un cubo con i lati di 7 millimetri. Una volta prelevato il tessuto endometriale, questo deve essere inserito in una provetta criogenica ERA. In nessun caso il volume del tessuto deve essere superiore a 1/3 del volume totale della provetta criogenica, al fine di garantire una conservazione adeguata.
Ciclo naturale
Se rilevato nel siero o nell’urina, il picco di LH è considerato LH+0. La biopsia endometriale è effettuata a LH+7 (circa 168 ore). Se l’ovulazione è rilevata tramite ecografia, il giorno di ovulazione viene considerato Ov+0. La biopsia endometriale è effettuata sei giorni dopo, a Ov+6 (circa 144 ore).
Ciclo di terapia ormonale sostitutiva
Quando si inizia un ciclo di terapia ormonale sostitutiva (HRT), la biopsia endometriale viene effettuata cinque giorni dopo l’esposizione al progesterone (circa 120 ore). Il giorno di inizio del trattamento con il progesterone è considerato P+0 e la biopsia viene effettuata a P+5.
In questo tipo di ciclo è importante controllare che il livello di progesterone nel sangue sia <1ng/ml prima di iniziare ad assumerlo.
I tempi di ovulazione nei cicli naturali possono essere misurati usando le strisce per la valutazione del LH nelle urine, tramite la misurazione diretta del LH nel siero sanguigno, oppure monitorando la rottura del follicolo con un’ecografia.
Viene effettuata una biopsia endometriale durante un ciclo naturale o di terapia ormonale sostitutiva per realizzare il test ERA.
Risultato: “Ricettivo”
Se la paziente ha degli embrioni o ovuli congelati, oppure degli embrioni o ovuli freschi di un donatore, questi possono essere trasferiti nello stesso tipo (naturale o HRT) e giorno del ciclo in cui è stato effettuato il test ERA e in cui è stato ottenuto il risultato ricettivo.
Se la paziente NON ha degli embrioni o ovuli congelati e desidera utilizzare i suoi ovuli, viene effettuato un ciclo di stimolazione ovarica per la crioconservazione dell’embrione o ovulo. Il trasferimento dell’embrione sarà realizzato in un ciclo successivo dello stesso tipo (naturale o HRT) e nello stesso giorno in cui era stato ottenuto il risultato ricettivo del test ERA.
Risultato: “Non ricettivo” con una raccomandazione per una nuova finestra d’impianto.
Se il risultato del primo test ERA è non ricettivo e l’analisi del profilo di espressione suggerisce che la finestra di impianto potrebbe essere spostata, è necessario confermare la nuova finestra con un secondo test ERA.
Quando una finestra d’impianto spostata viene confermata con un secondo test ERA, lo scongelamento degli embrioni o ovuli e il loro trasferimento devono essere programmati in modo tale da coincidere con il giorno specifico in cui è stato ottenuto il risultato ricettivo della donna.
La biopsia dell’embrione è la rimozione di una o alcune cellule dall’embrione stesso (a seconda dello stadio di sviluppo). Se l’embrione viene maneggiato correttamente da un embriologo competente, esso continua a svilupparsi normalmente dopo la biopsia. Diversi studi pubblicati dimostrano che i bambini nati da FIV in seguito a una biopsia dell’embrione non mostrano un aumento del tasso di difetti congeniti rispetto ai bambini nati da FIV ma non sottoposti a biopsia embrionale.
Igenomix può effettuare il test PGS su embrioni sottoposti a biopsia il 3º o il 5º giorno. Un embrione di 3 giorni possiede circa 8 cellule, pertanto se si effettua una biopsia il 3º giorno è possibile rimuovere soltanto una cellula. Un embrione di 5 giorni possiede invece alcune centinaia di cellule, essendo quindi possibile rimuovere in sicurezza più cellule durante la biopsia. Esistono molte buone ragioni per effettuare una biopsia il 3º giorno o il 5º. Il numero di cellule che può essere rimosso in sicurezza, i tassi di mosaicismo, l’esperienza dell’embriologo e la qualità dell’embrione sono tutti fattori importanti nel determinare quando effettuare la biopsia dell’embrione. I pazienti dovrebbero stabilire insieme al loro medico della FIV il momento migliore per effettuare la biopsia. (Mir et al., 2016).
Nessun test genetico è in grado di individuare tutte le potenziali anomalie genetiche. Il test PGS per le aneuploidie può valutare soltanto i cambiamenti numerici del numero dei cromosomi e altri squilibri del materiale genetico, come delezioni e duplicazioni. Il PGS individua i cromosomi mancanti o in eccedenza, le delezioni, le duplicazioni e i riarrangiamenti sbilanciati superiori al nostro limite di rilevabilità di 6 Mb. Il PGS per lo screening di aneuploidie non può escludere le malattie monogeniche, le anomalie strutturali equilibrate, la disomia uniparentale e gli squilibri genetici come delezioni e duplicazioni inferiori al nostro limite di rilevabilità di 6 Mb. Il PGS può rilevare alcuni tipi di poliploidie, ma non può individuare poliploidie nelle quali i cromosomi sessuali si trovino in un multiplo del valore normale (triploidia 69,XXX e tetraploidia 92,XXXX o 92,XXYY).
Quando un embrione viene identificato come normale in seguito al test PGS, la probabilità di gravidanza è superiore al 60% nelle donne al di sotto dei 40 anni. Nelle donne oltre i 40 anni esiste una percentuale maggiore di cicli in cui tutti gli embrioni sono anormali, ma se si trovano embrioni normali la probabilità di gravidanza è di circa il 50%.
La probabilità che gli embrioni siano cromosomicamente normali diminuisce con l’aumento dell’età della donna. Secondo i dati in possesso di Igenomix, le percentuali medie di embrioni normali sono:
Eta della madre (anni) | % di embrioni normali |
---|---|
30-34 | 60% |
35-39 | 40% |
40+ | 20% |
Queste stime si basano su un amplio insieme di dati provenienti da numerosi casi di PGS e potrebbero non essere valide per un numero ridotto di embrioni di un singolo caso di PGS. Igenomix non può garantire l’ottenimento di embrioni normali per nessun test PGS.
Sebbene il test PGS per le aneuploidie sia altamente accurato, sussiste una possibilità di diagnosi errata. Il PGS non può rilevare la presenza di mosaicismo nell’embrione, poiché viene analizzata una sola o poche cellule. Si raccomanda di eseguire un test prenatale per confermare i risultati del PGS e individuare eventuali altre anomalie non rivelabili con il PGS. Si consiglia alle donne incinte di valutare insieme alla propria ostetrica o al ginecologo la possibilità di un test prenatale. Il test prenatale non-invasivo potrebbe essere un’altra valida alternativa.
Nella maggioranza dei casi, è necessario conoscere la mutazione che causa la malattia. Tuttavia, in alcuni casi, può essere sufficiente un referto clinico riportante una chiara storia familiare.
L’aneuploidia è un’anomalia cromosomica numerica. Igenomix raccomanda di effettuare lo screening PGS per le aneuploidie congiuntamente con il test PGD. Entrambi i test possono essere realizzati con la stessa biopsia dell’embrione, pertanto il PGS non comporta nessun rischio aggiuntivo per l’embrione. Il PGS per le aneuploidie analizza eventuali anomalie nel numero dei cromosomi che potrebbero causare un aborto o la nascita di un bambino con difetti congeniti o ritardo mentale. La sindrome di Down è un esempio di malattia genetica causata da un’anomalia cromosomica numerica. Il rischio di avere embrioni con aneuploidia aumenta con l’età materna. Lo scopo del test PGS è di identificare gli embrioni che hanno maggiori probabilità di giungere al termine della gravidanza e di nascere sani.
Una volta effettuato l’esame, il ciclo FIV e lo screening degli embrioni possono essere completati a discrezione del paziente e della clinica. L’esame può essere conservato per un lungo periodo. I pazienti che hanno bisogno di posticipare la FIV di oltre 6 mesi dopo l'esame, dovrebbero stabilire accordi specifici con Igenomix.
No non è necessario alcun tempo di set-up per eseguire nuovi cicli di PGD, perché lo stesso esame fatto per la coppia può essere utilizzato di nuovo per cicli futuri. Se un esame è stato fatto per un test PGD precedente con Igenomix, possiamo procedere direttamente allo screening dell’embrione per altri cicli di PGD.
A livello cromosomico, il test NACE rileva anomalie relative al numero di cromosomi, non alla loro struttura. Individua anomalie solo per un numero limitato di cromosomi collegate ai problemi nelle gestazioni dopo il secondo trimestre di gravidanza.
In caso di trasfusione di sangue completo, si dovrebbe attendere almeno sei settimane prima di effettuare il prelievo di sangue per il test NACE.
Se hai subito una trasfusione solo di globuli rossi, essi non contengono nucleo o DNA.
Nel caso di interventi traumatici dove è stato trasfuso molto sangue, la presenza di leucociti del donatore è stata rilevata fino a un anno e mezzo dopo.
Sì, è possibile eseguire il test in entrambi i casi.
Sì, il test NACE può essere eseguito in caso di gravidanza gemellare, ma occorre tenere in considerazione che in questo caso non fornisce informazioni sul sesso dei feti o su eventuali alterazioni dei cromosomi sessuali. Il test fornisce informazioni soltanto sulla presenza o assenza del cromosoma Y.
Se il sacco è scomparso, il test NACE può essere indicato. Tuttavia, occorre tenere presente che nel sangue materno potrebbe rimanere del DNA derivante dal sacco riassorbito e ciò potrebbe dar luogo a un risultato falso positivo relativamente al numero di cromosomi del feto vitale.
Se il sacco è ancora presente (anche se non si è sviluppato), il test NACE non è indicato.
La probabilità che il sacco sia scomparso è molto alta, tuttavia persiste un elevato rischio che il test produca un falso positivo se l’altro feto è scomparso poco tempo prima della realizzazione del test, dato che buona parte del DNA dell’altro feto sarà ancora presente.
Attualmente non disponiamo di dati empirici che possano confermare la percentuale di rischio o i livelli minimi di sensibilità del test in questi casi. Si tratta comunque di uno scenario possibile dato che il DNA analizzato viene dalla placenta.
Sarebbe opportuno effettuare una amniocentesi o una biopsia dei villi coriali. Talora, nei casi di interruzione di gravidanza, viene effettuato un raschiamento tradizionale. L’analisi cromosomica realizzata dipende dal tipo di alterazione riscontrata e può essere:
Cariotipo convenzionale: che consente di confermare/escludere aneuploidie complete o parziali in qualsiasi cromosoma e risultati indicanti mosaicismo.
Reazione a catena della polimerasi quantitativa fluorescente (QF-PCR): per escludere/confermare aneuploidie dei cromosomi 13, 18, 21, o cromosomi sessuali.
Ibridazione fluorescente in situ (FISH) e/o analisi delle ripetizioni in tandem brevi (STR): per escludere/confermare aneuploidie dei cromosomi 9 o 16.
FISH e/o Ibridazione genomica comparativa su microarray (array CGH): per escludere/confermare alcune microdelezioni.
Sarebbe opportuno prelevare un altro campione di sangue della madre in una provetta Streck e consegnarlo ai laboratori Igenomix per stabilire il sesso del feto (gratuitamente).
Sì, di fatto si stima che ogni individuo sia portatore di circa 3 o 5 mutazioni genetiche recessive. Essere portatori non significa essere malati. Ognuno di noi ha due copie di ogni gene. Negli individui portatori, una di queste copie funziona correttamente, mentre l’altra copia presenta una mutazione.
I portatori sono asintomatici, pertanto non sono consapevoli di questa condizione fino a che non si sottopongono a un test per portatori di mutazioni genetiche.
La maggioranza dei portatori non ha precedenti in famiglia, pertanto la storia familiare non è un fattore valido per determinare se la persona sia portatrice o meno di mutazioni che possono essere trasmesse ai figli.
La diffusione di portatori di alcune di queste malattie è abbastanza comune nella popolazione. Difatti, una persona su 25 è portatrice di Fibrosi Cistica e una su 50 di Atrofia Muscolare Spinale.
Il Collegio Americano di Genetica Medica (ACMG) e l’Associazione Americana di Ostetricia e Ginecologia (ACOG) raccomandano ai portatori di effettuare i test genetici indipendentemente dal fatto che la gravidanza avvenga naturalmente o tramite tecniche di riproduzione assistita. Nel caso in cui entrambi i partner risultino positivi in un test di compatibilità genetica presentando la stessa mutazione genetica, la raccomandazione è di consultare uno specialista in merito alle opzioni per concepire un bambino sano.
Ogni test usa una tecnologia specifica ed effettua lo screening per un numero di mutazioni e malattie che non coincide con tutti i test disponibili sul mercato. Inoltre, non tutti sono clinicamente convalidati, mentre il CGT di Igenomix lo è. Pertanto soltanto i risultati convalidati sono accettati e comparati con il CGT di Igenomix.
Esiste il rischio che un individuo sia portatore nonostante un risultato negativo del test CGT. Attualmente non esiste alcun test in grado di individuare tutte le mutazioni esistenti, pertanto sussiste un rischio residuo che la persona sottoposta al test sia portatrice di altre mutazioni meno frequenti.
Se tu sei un portatore, c’è un’alta probabilità che i tuoi parenti più prossimi siano anch'essi portatori, pertanto raccomandiamo che si sottopongano al test CGT se hanno idea di avere figli.
Se due persone sono portatrici di una mutazione dello stesso gene, c’è una probabilità del 50% che i loro figli siano portatori della mutazione genetica, del 25% che non siano portatori e del 25% che siano malati.
Inoltre, se uno dei genitori è portatore di una mutazione genetica e l’altro no, c’è una probabilità del 50% che il loro figlio erediti la mutazione del genitore portatore e del 50% che non la erediti.
I risultati del test saranno disponibili in 20 giorni lavorativi. Qualora l’inizio del trattamento sia molto prossimo, eseguire sempre il CGT dei due partner contemporaneamente in modo da ottenere i risultati nello stesso momento e non ritardare il processo.
Se è stata rilevata un’anomalia cromosomica in una gravidanza precedente, è possibile richiedere un test SAT personalizzato e includere esami FISH addizionali per individuare i cromosomi coinvolti.
Si raccomanda un periodo di astinenza sessuale di 2 o 3 giorni prima della raccolta dello sperma.
Non è richiesta alcuna concentrazione minima per effettuare l'esame dello sperma. L’unico requisito è la presenza di spermatozoi, anche in concentrazioni inferiori a 1 milione sperm/mL e anche in campioni provenienti dai testicoli o dall’epididimo. In rari casi, non sono presenti abbastanza spermatozoi per eseguire il test ed è possibile richiedere campioni addizionali.
È possibile effettuare l'esame dello sperma in portatori di traslocazioni tramite esami del DNA implicati nel riarrangiamento cromosomico.
Igenomix può effettuare il test MitoScore su embrioni sottoposti a biopsia il 3º o il 5º giorno. Un embrione di 3 giorni possiede circa 8 cellule, pertanto se si effettua una biopsia il 3º giorno è possibile rimuovere soltanto una cellula. Un embrione di 5 giorni possiede invece alcune centinaia di cellule, essendo quindi possibile rimuovere in sicurezza più cellule durante la biopsia. Esistono molte buone ragioni per effettuare una biopsia il 3º giorno o il 5º. Il numero di cellule che può essere rimosso in sicurezza, i tassi di mosaicismo, l’esperienza dell’embriologo e la qualità dell’embrione sono tutti fattori importanti nel determinare quando effettuare la biopsia dell’embrione. I pazienti dovrebbero stabilire insieme al loro medico della FIV il momento migliore per effettuare la biopsia.
No, il test MitoScore fornisce soltanto un valore del DNA mitocondriale relativo, che è indicativo di una riserva energetica ridotta negli embrioni nei primi stadi di sviluppo.
Un numero elevato di copie di mtDNA negli embrioni euploidi è indicativo di una fattibilità e di un potenziale d’impianto bassi. Usando il contenuto di mtDNA normalizzato, Mitoscore (Ms), gli embrioni di 3 giorni con MsA avevano un tasso d’impianto del 59% n=51, quelli con MsB avevano un tasso d’impianto del 44%, e quelli con MsC del 25% n=52. Gli embrioni di 5 giorni con MsA avevano un tasso d’impianto del 81% , quelli con MsB avevano un tasso d’impianto del 56%, e quelli con MsD del 18% n=17.
Un valore di MitoScore alto indica un potenziale d’impianto basso. Tuttavia, ciò non significa che nessuno di loro sarà in grado di impiantarsi. Il nostro consiglio è di trasferire uno o più embrioni con MitoScore basso e un grado morfologico migliore.
Viene prelevato un campione fresco del POC (prodotto del concepimento) con una procedura di dilatazione e raschiamento. Il campione viene inserito nel contenitore POC fornito (contenente soluzione salina), etichettato e posizionato nel kit di Igenomix. Il campione può essere conservato in un luogo fresco (4ºC) fino a due giorni e può essere trasportato a temperatura ambiente.
Sì, il test POC può essere effettuato nel caso di un’interruzione di gravidanza gemellare. In questo caso, occorre prelevare un campione di ciascun feto e posizionarlo in provette distinte.
Consenso al trattamento dei dati personali e sensibili e comunicazione dei dati personali e trasmissione delle informazioni sanitarie relative al servizio di refertazione on line.
(Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196)
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